5 punti poco chiari
Roma 27 a.c.: sotto Augusto avviene il passaggio dalla forma repubblicana a quella autocratica dell’Impero senza che nessuna istituzione repubblicana venisse abolita: semplicemente il principe ne divenne il perno politico e le province dell’impero cominciarono a pagare tributi che confluivano nell’Aerarium, amministrato dai senatori romani.
Roma 2010 d.c :. l’introduzione della tassa di soggiorno proposta dal sindaco dell’Urbe, Gianni Alemanno, è stata approvata dal Consiglio comunale della città di Roma. Sebbene la riforma sia più o meno in linea con ciò che succede in Europa, questa nuova tassa sembra non convincere nessuno comprese le parti sociali.
Si ravvisa forse qualche somiglianza?
Con ordine.
La tassa di soggiorno, che verrà introdotta a partire dal primo Gennaio 2011, prevede una maggiorazione tra 1 e 3 euro, per il soggiorno a Roma di ogni cittadino non residente, con l’esclusione dei bambini al di sotto dei 10 anni, degli ospiti degli ostelli e delle persone che si recano a Roma per cure mediche. Oltre all’ospitalità, la misura prevede l’aumento del prezzo delle corse sugli autobus Sightseeing, sui battelli sul Tevere e anche sull’entrata agli stabilimenti balneari di Ostia.
Le proposte delle parti sociali prevedevano diverse opzioni: un ritorno di parte dell’Iva al comune di Roma; l’introduzione di una city tax su tutte le transazioni della filiera; e anche l’aumento del prezzo del biglietto dei musei statali e comunali. Il timore degli albergatori e delle associazioni di settore è che questa tassa colpirà in maniera pesante il settore dell’ospitalità comprese le piccole strutture ricettive -bed and breakfast, affittacamere e case vacanze- un comparto che ha risentito più di altri della presenza sul mercato delle Olta e si trova già fortemente in crisi. L’aggravio non potrà che ricadere inevitabilmente sugli addetti e sui contratti di lavoro.
Parere discorde anche del Capo del Governo e del Ministro, che avevano visto questa possibilità solo come estrema ratio.
Questa misura è già operativa in molti altri stati, ma in Europa ad esempio, le tassazioni sono meno pesanti. Esaminando i principali competitors di Roma vediamo che Barcellona applica una tassa di soggiorno commisurata al costo totale pari al 7%; così Amsterdam che si accontenta del 5%, e Budapest del 3%; Parigi applica una tassa di soggiorno commensurata alla tipologia e al livello della struttura scelta per il pernottamento piuttosto irrisoria: varia infatti da un minimo di 20 centesimi a un massimo di un ero e cinquanta. Diverso invece è il caso New York dove i turisti sono soggetti ad una doppia tassazione:l’hotel tax è pari al 14,75% del costo totale, mentre la occupancy tax ha un costo di circa 3,5 $ al giorno. (Fonte: Hotelsclub.com).
Dunque, niente di nuovo all’orizzonte; eppure qualcosa che non convince c’è.
Primo punto.
Perché questa decisione non è stata presa di concerto con tutti gli attori coinvolti?
Secondo punto
Questo provvedimento entrerà in vigore il 1 Gennaio 2010, quando gran parte dei contratti tra albergatori e tour operator saranno già firmati. Su chi ricadrà la maggiorazione di prezzo?
Terzo punto.
Recenti inchieste hanno dimostrato che molte strutture ricettive a Roma sono abusive e senza regolari permessi. Chi vigilerà affinché la tassa applicata non subisca lievitazioni ingiustificate?
Quarto punto.
Mancano più o meno dieci giorni all’entrata in vigore del provvedimento: chi informerà e aggiornerà i gestori delle piccole attività ricettive? E quando?
Quinto punto, last but not the least.
Gli studi economici alla base della scelta capitolina, hanno stimato che l’introito di questa tassa sarà di circa 82 milioni di euro l’anno. L’assessore al turismo Mauro Cutrufo ha affermato che il 5% di questo tesoretto -più o meno 4 milioni di euro- sarà re-investito in promozione del territorio.
Perché solo il 5% di una tassa turistica verrà re-investito nel turismo? La Francia, dove la tassa è uguale per tutte le città, destina alla promozione del territorio il 50% degli introiti.
Non è che questa tassa di soggiorno è stata introdotta solo per dare ossigeno alle casse comunali da tempo in apnea? Se così non fosse, per queste nuove risorse ci sarebbe un progetto, delle misure e degli interventi ad hoc per il turismo.
Ma soprattutto perché l’unico investimento annunciato, riguarderà la promozione?
Da anni Roma è un must nella scelta delle città da visitare (fonte: Untwo), ma è la spesa media giornaliera pro capite che nel 2009 registra una flessione del 3,4% passando, nel confronto con l’anno precedente, da 256 euro di media a 247 (fonte:Ente Bilaterale Turismo della Regione Lazio); mentre i giorni di permanenza media sono 2,3 giorni contro i 5 di Londra.
Perché allora, concentrare gli sforzi sulla promozione? Forse a nessuno è venuto in mente che diminuzione della spesa e della permanenza potrebbero avere a che fare con la qualità dell’offerta piuttosto che con la notorietà del territorio?
Perchè non investire sulla riqualificazione delle infrastrutture e dei servizi partendo da una comune idea di qualità dell’accoglienza?
Come si può chiedere ad un turista, a cui potrebbe capitare di alloggiare in un hotel situato nel sottoscala di un palazzo alla stazione Termini, con reception presso il tabaccaio situato a 300 metri di distanza e con addetti più o meno in regola che non parlano nemmeno italiano, di pagare una tassa di soggiorno?
I sostenitori della misura spiegano la decisione come una opportunità per migliorare i servizi? Quante risorse e per quali servizi? Al momento, l’unica certezza è il ritardo degli autobus in centro.
Credete sia il refrain della canzone “Alla fiera dell’est”? No, vi assicuro, è esperienza diretta.
L’auspicio è, pertanto, che i fondi derivanti da questa tassazione siano investiti per migliorare la qualità totale della destinazione, e che trovino ascolto, di concerto con tutti i possibili stakeholder, anche le proposte dei tanti figli della lupa laureati in turismo.
“Pagare le tasse è una cosa bellissima”, disse una volta il compianto Padoa Schioppa (che andrebbe ricordato non solo per l’infelice espressione sui bamboccioni), e però dimenticava di aggiungere una piccola spiegazione:
“Pagare le tasse è una cosa bellissima, a patto che le TASSE servano a redistribuire la ricchezza e il cittadino le ritrovi in forma di servizi!” Quindi, pur se la tassa di soggiorno a Roma è comunque un’iniqua sanzione, affinché non diventi mera gabella, degna di questo sindaco, comunque, si dovrebbe reinvestire negli scarsi servizi per turisti di Roma, come affermi in chiusura.
Eppure… ci crediamo davvero, a questa fiaba per… bamboccioni?