A quali compiti deve adempiere un sito di destinazione pubblica e che tipo di supporto può dare agli operatori che vogliono commercializzare il loro prodotto senza ricorrere agli intermediari? Che vantaggi dà oggi vendere le camere sui siti degli enti pubblici?
In un momento in cui tutti, enti, esperti e professionisti del turismo si pongono queste domande e cercano di capire se il booking online sui siti di destinazione turistica funziona, -cioè fa aumentare o no le vendite – c’è qualcuno che evidentemente ha in mano una risposta certa e valida sia per il presente che per il prossimo futuro.
Infatti, nel pieno della campagna elettorale, il dipartimento al turismo di Roma ha inaugurato il portale www.visit.roma.it il sito che fa promo commercializzazione delle strutture turistiche capitoline.
Sarebbe a dire che, anziché trarre vantaggio dal loro ritardo genetico per cercare di capire dove va il business travel on line, forse si credono i più bravi e zac! convinti di battere tutti sul filo del traguardo, se ne escono col loro portale proprio nel momento in cui il settore si chiede quale direzione prendere.
Ma come, proprio quando tutti si interrogano se vale la pena o no, voi realizzate il sogno di far parte di quelli che vendono on line e uscite con un sito che usa gli stessi termini di Trivago e mi viene da pensare – forse anche la stessa architettura e modello di business?
Se superate l’effetto della grafica, – che se la vede il designer di www.enjoyillinois.com ci muore di infarto- e provate a prenotare una stanza, seguendo questo percorso:
- Entrate nel sito inserite le date per il check in e il check out
- Scegliete il tipo di camera e ottenete una serie di risultati di ricerca con hotel in ordine ben poco chiaro
Ora Trivago funziona così – e non stiamo svelando un segreto: gli hotel pagano una fee alle OTA, le OTA riconoscono un costo per ogni click derivante da Google Hotel Finder e Trivago.
E su Visitroma, come funziona? A chi pagano le OTA? Verrebbe da pensare a Roma Capitale, ma sarebbe come dire che l’ente pubblico fa la cresta sugli operatori!
Ci rifletto. Ma non può essere così. Il Trivago de’ noantri, è nato per aiutare gli operatori che hanno bisogno di guadagnare utilizzano anche la strada della disintermediazione. Però, anche così non mi torna: di fatto visitRoma aiuta le OTA a guadagnare e costringe gli operatori a stare sulle OTA.
Ops!.
E tutti gli operatori che con grande sforzo stanno combattendo una battaglia ad armi impari, scegliendo di rimanere fuori da questi colossi dove sono?
Per favore qui non c’è da scherzare, il sistema ricettivo italiano è in crisi anche perché i big player della distribuzione online succhiano una parte considerevole di margini. (dal 15% al 30% sul venduto e in alcuni casi chiedono anche un allotment).
Aspettiamo che qualcuno dei diretti interessati ci racconti per bene il sistema Visit Roma, perchè dai contenuti ricavati in rete non ne abbiamo compreso bene il funzionamento: chi paga chi, dove e come vengono promossi gli operatori che sono fuori dalle OTA, se è chi gestisce il portale –una società in house del comune di Roma, dei consulenti, etc…perché, se nulla di quanto ipotizzato corrisponde al vero, anche altri vorranno adottare lo stesso modello!
Intanto, noi ci cerchiamo una bella stanza, scandendo bene TRI-VA-GO!