Il Word Economic Forum ha pubblicato “The travel and tourism competitiveness report 2013” : l’Italia finalmente scala ….una posizione, dal ventisettesimo al ventiseiesimo posto.
E’ comunque una buona notizia per tutti quelli che in questo settore credono e investono tempo e denaro, anche se gli impegni per il futuro del settore presi dal governo (questo e quelli precedenti, nessuno escluso), non sono destinati a produrre risultati in tempi brevi.
Del resto, Roma non fu mica costruita in un giorno!
La classifica internazionale del Word Economic Forum è compilata assegnando un punteggio ai singoli paesi con tre macro indici:
- il quadro normativo di riferimento -T&T regulatory framework –
- Infrastrutture e business – Business environment and infrastructure –
- Capitale umano, culturale e naturalistico -T&T human, cultural, and natural resources –,
L’indagine poi oltre al ranking mondiale, ne prevede uno per macro regioni e qui l’Italia che è inserita in quella euopea, si trova al 18° posto.
- siamo al 50° posto, una fra le ultime posizioni in Europa per regolamentazione del settore normativo di riferimento;
- siamo al 29° posto per infrastrutture e business;
- siamo al 14°, e ripeto 14°, per dotazione culturale intesa in senso ampio.
Forse nulla di nuovo, ma siamo fuori dalla top ten (dei paesi europei) per dotazione culturale pur essendo l’Italia il paese con la maggiore dotazione di siti UNESCO. Certamente dobbiamo questa posizione anche alla bassa accessibilità al nostro patrimonio sia virtuale che reale.
Le due immagini che seguono contribuiscono a spiegare i motivi di tale ritardo….qui però non ho sottolineato la posizione dell’Italia, divertitevi a rintracciarla!
Trovata? No? Forse state guardando troppo in alto, cambiate colonna e guardate in fondo, proprio in fondo, in quella di destra.
Posizione n.101 cioè siamo dopo lo Zimbawe per l’uso delle ICT nel comparto B2B e la situazione non migliora affatto se guardiamo quello del B2C.
Posizione n. 83: qui siamo dopo Gambia, Honduras e Armenia, tanto per citare solo qualcuno dei paesi che ci precedono.
Dal momento che i dati riguardano il turismo è ipotizzabile che questo ritardo sia dovuto anche al forte digital divide degli operatori italiani che hanno scarsa familiarità e dimestichezza con i nuovi strumenti on line disponibili già da tempo sul mercato. Infatti, molti sono ancora sprovvisti di un sito web e tanti utilizzano solo i booking delle OTA e non si sono ancora dotati di un sistema di e-commerce sul proprio sito.
In realtà a qualcuno di questi problemi si potrebbe ovviare con una piattaforma funzionante, – una a caso, che so magari ITALIA.IT – per la promozione del brand Italia e per sostenere la presenza del comparto sui mercati internazionali dove potrebbero più facilmente competere alla pari, e anche le PMI, che ogni giorno combattono una battaglia impari contro i big player del turismo internazionale, potrebbero trarne qualche beneficio.
Del resto, anche l’ultimo Piano strategico del turismo ne ha fatto una linea di azione, per la precisone la 23, denominata “ Integrazione portale e-commerce su Italia.it e utilizzo per promo-commercializzazione, in collaborazione con le Regioni”. L’intento è arricchire, in collaborazione con le Regioni, le funzionalità del portale “Italia.it”, inserendo applicativi e-commerce, transazioni on-line, anche in un’ottica di combinazione della fase di promozione e di commercializzazione (es. pagina di Firenze con tutte le informazioni su come arrivare e cosa fare e la possibilità immediata di acquisto di determinati prodotti/ servizi). Inserire motori di ricerca efficaci per poter consentire acquisti mirati di hotel e pacchetti vacanza.
Ma si tratta appunto di intenti: siamo il n. 116 nel mondo riguardo all’efficacia delle politiche di marketing e branding per attirare turisti!
e al 96° posto nel mondo per la priorità dell’azione di governo nel settore turismo.
Non è un risultato brillante ma abbiamo guadagnato una posizione nonostante:
- il turismo non sia mai stato al centro dell’azione del governo anche se il VAT (Valore aggiunto del turismo) nel 2010 è stato di 82 833 milioni di euro pari al 6% del valore aggiunto dell’Italia (fonte Istat, conto satellite del turismo);
- il fortissimo ritardo nelle ICT sia molto penalizzazione per il turismo, un sistema dove le piccole e medie imprese sono largamente maggioritarie;
- non ci sia ancora un brand Italia che aiuti il B2B a competere nel mondo;
- anche il quadro normativo sia confuso.
E allora, cosa potrebbe succederebbe se qualcosa di quello che è stato fino ad oggi confinato nel limbo degli intenti cominciasse a realizzarsi?
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