Lo ammetto, mai avrei pensato di scegliere momento del genere per rimettere ordine digitale tra le mie cose, ma la realtà trascende la nostra volontà e così eccomi ad aprire un diario durante questa emergenza.
Lo ammetto, mai avrei pensato di scegliere momento del genere per rimettere ordine digitale tra le mie cose, ma la realtà trascende la nostra volontà e così eccomi ad aprire un diario durante questa emergenza.
Un tempo leggevo centinaia di blog di turismo, prima di iniziare la giornata lavorativa, ad ogni minuto libero.
Guardavo trasmissioni, fiutavo come un segugio tra le stazioni stazioni radio.
Fagocitavo e digerivo informazioni, pubblicazioni universitarie e testi di vario genere: cercavo ogni volta la pallottola d’argento.
Curavo perfino una rassegna stampa personale: avevo talmente sete che ho fatto di tutto pur di capire.
Ho più volte cambiato identità: alcune volte ho partecipato a workshop fingendomi albergatore, altre mi spacciavo tesista e mi intrufolavo tra le strategie delle aziende.
Ho visto professionisti diventare da acerrimi nemici delle OTA e seguaci del credo “disintermediare”, a fautori delle provvigioni a fine mese di booking.
Ho bazzicato tra i bassifondi dei gruppi di facebook dedicati al vacation rental, assecondato albergatori che se la prendevano con i proprietari di appartamenti per uso turistico, e provocato gli host contro gli albergatori.
Ho visto nascere e morire blog tour come innovativa forma di comunicazione turistica: sono stato sindaco di Marozia e assessore ai Beni culturali del governo di Nerone.
Anche per questo mio esordio avevo studiato tanto, lo giuro, scritto diversi post di apertura e seguito diversi webinar.
Ma ho scarabocchiato i fogli, fatto una palla di carta e messo un tiro da tre nel cestino.
La pandemia ha mischiato le carte e cambiato le priorità. E solo un questionarsi su tra quanto torneranno i turisti? Tra quanto potremo tornare a viaggiare?
Una risposta non c’è, non ce la darà nessuno, perché nessuno ce l’ha.
Alcune cose però nel mondo della distribuzione online sono accadute e cambieranno il modo in cui la supply si rapporterà con le OTA. Da quando l’Italia è in lockdown , come prevedibile, sono arrivate cancellazioni a cascata da parte dei clienti che avevano deciso di passare le proprie vacanze in Italia.
Visto quanto pesa sul bilancio delle agenzie online il costo di acquisizione cliente, le OTA hanno scelto subito da che parte stare, permettendo alle persone di richiedere rimborsi agli hotel – o case vacanze- anche sulle prenotazioni già pagate. Qualche struttura è riuscita a far rischedulare il viaggio salvando la cassa, la maggior parte no.
Il fuoco sotto la cenere si è di colpo riacceso e l’incendio è divampato: il rapporto già incrinato tra distributori e distribuiti è ad un punto di non ritorno.
Forse.
Chiudere le disponibilità, alzare i prezzi, fare causa a booking.com, togliere il RID bancario, qualcuno sta perfino tramando nell’ombra mettendo su nuove OTA tutte italiane senza commissioni per i partner (aspettando non precisati fondi necessari per portare traffico – ma va?!). Queste sono le misure che il comparto ricettivo intende portare avanti , misure, a mio parere, emotive e miopi. Perchè basterà un solo albergatore che decida di fare di testa propria e verrà giù tutto il castello.
Pochissimi infatti si interrogano sul futuro, su come, per esempio, limitare la dipendenza dalle OTA, su come anticipare il mercato e farsi trovare pronti alla ripartenza.
Perchè i turisti, in un modo o nell’altro torneranno, ma avranno le stesse necessità? Due grandi questioni muoveranno il mercato allo start: una economica e l’altra che riguarderà la sfera informativa/sicurezza.
Economica. I turisti torneranno, è assodato: ma per viaggiare c’è bisogno di soldi, e nei prossimi mesi mancheranno in maniera democratica. E’ altrettanto assodato quindi che i primi che si muoveranno saranno i locals, in cerca di nuove esperienze si riapproprieranno dei luoghi, riscoprendoli. Una esperienza anche di un solo giorno in un hotel a pochi passi da casa, perchè il Day Break oltre ad essere una esperienza, costa pure meno.
Quanti sono gli hotel che ad oggi possono dire di offrire risposte al mercato dei locals che cerca esperienze in giornata? Pochi, pochissimi.
Informativa/ Sicurezza. I clienti saranno disposti ad aspettare nella reception per le procedure di check in con l’eventualità di essere vicini ad altri ospiti? La nostra accoglienza calorosa sarà ancora un plus o il turismo sarà più asettico? Siamo sicuri che le OTA siano le uniche fonti di prenotazioni oppure sceglieranno canali informativi diversi?
Gli utenti navigheranno, navigheranno e navigheranno alla ricerca delle informazioni necessarie per convincerli a prenotare: siamo sicuri che quello che cercheranno riguarderà solo ed esclusivamente i mq della stanza o la presenza o meno del WI-FI ?
Ecco perchè penso Google salverà gli hotel e una volta per tutte distruggerà la distribuzione come la conosciamo oggi, con buona pace di tutti gli altri.
Quale migliore occasione è questa? Quanto ancora può reggere la scusa “google non toglierà di mezzo i suoi principali clienti” ?
Mettere una montagna di informazioni a disposizione dei clienti, dandogli la possibilità di prenotare una stanza in un hotel con la sicurezza che l’hotel e la destinazione siano al 100% covid- free.
Per il motore di ricerca sarà un gioco talmente semplice spostare il traffico da una parte all’altra che nemmeno l’autorità per la concorrenza farà in tempo a capire cosa fare.
Big G si mangerà le OTA e le bed bank, ma lo farà in modo silenzioso, offrendo i contenuti giusti agli internauti: chiederà agli hotel tariffe più convenienti barattando abbonamenti in visibilità.
Pensiamoci un momento: se anche fossero 5mila euro l’anno di abbonamento su google per avere una buona visibilità, quale hotel non accetterebbe? (magari incluso nel prezzo ci mette pure un credito adwords).
E se entrasse definitivamente anche Amazon? Fee fissa mensile agli hotel + % tra 3 e il 5 su ogni transazione effettuata.
Ragioniamoci un attimo. Con 36€ all’anno su Amazon non si pagano le spese di spedizione, si ha a disposizione una videoteca digitale al pari di Netflix, cloud, musica e archivio foto tutto incluso.
Quanto potrebbe essere semplice mettere dentro l’abbonamento annuale anche un paio di notti in un albergo? chi non lo comprerebbe?
La pandemia ha tolto la sicura e caricato le armi: chi sarà il primo a permere il grilletto?