E’ stato approvato anche della Camera dei Deputati e, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sarà legge. Questo provvedimento è stato fortemente voluto dal ministro Bray per porre rimedio alla generale drammatica situazione in cui si versa tutto il settore a cui fa capo il MIBACT.
Questi sono i punti chiave del decreto ora legge :
- nomina di un DG per accelerare il Grande Progetto Pompei;
- costituzione di una Soprintendenza specifica per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia;
- stabilizzazione del Maxxi di Roma che godrà di un finanziamento annuo di 5 milioni di euro;
- stanziamento di 8 milioni di euro per il completamento dei Nuovi Uffizi;
- stanziamento di 4 milioni di euro per il Museo Nazionale dell’ebraismo e della Shoah di Ferrara;
- programma straordinario per la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, con un concorso per selezionare 500 under 35 da utilizzare nel programma;
- potere ai Comuni e Direzioni generali di allontanare dalle aree di alto valore culturale bancarelle, ambulanti furgoni-bar, ecc.;
- riassegnazione al MIBACT, a decorrere dal 2014, delle somme corrispondenti ai biglietti di ingresso relativi a luoghi della cultura statali per garantire la regolare apertura al pubblico dei luoghi della cultura;
- semplificazione delle procedure per acquisire le donazioni private fino a 10mila euro e saranno anche individuate le forme di coinvolgimento dei privati nella valorizzazione e gestione dei beni culturali;
- riassegnazione al MIBACT, per l’attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, delle risorse disponibili nei conti di tesoreria delle Soprintendenze dotate di autonomia speciale.
Altre misure del decreto poi, riguardano gli interventi per il rilancio del cinema, delle attività musicali e dello spettacolo dal vivo.
Bene. Il primo passo è stato fatto ma non tutte le misure previste ci sembrano così coerenti e utili per la valorizzazione dell’intero nostro patrimonio culturale che è il primo al mondo per siti UNESCO a cui si sommano i cosiddetti beni culturali minori, diffusi in maniera capillare su tutto il territorio nazionale.
Soprattutto oggi che il turista culturale mostra di essere molto interessato ai luoghi minori che sono fuori dai circuiti di massa e facilitano la relazione con la comunità ospitante e dove è più facile trovare cibi locali e farsi raccontare di antichi mestieri e tradizioni.
Ora, la situazione in cui versa Pompei -sulla cui importanza e valore per l’umanità tutti concordano- è tragica e il suo recupero e salvaguardia non potevano che essere al centro del dispositivo legislativo.
Ci sono però numerosi piccoli parchi archeologici che versano in condizioni critiche: è il caso della villa di Nerone di Anzio, di cui ci siamo occupati già tempo fa che si sta sciogliendo sotto l’azione dell’incuria e dove, anche qualche giorno fa, c’è stato un ulteriore crollo causa maltempo.
Perché non pensare a soluzioni simili a quella messa in campo per il MAXXI? Rendere fruibili e accessibili i luoghi minori, potrebbe creare dei circuiti turistici alternativi e integrati e svincolare i territori più noti, dalla stagionalità e dal sovraffollamento. Ma certo che con la penuria di risorse si rischia di scatenare una guerra tra poveri!
Forse si apre un piccolo spiraglio anche per quelli che al momento sono al margine con la misura del decreto che si propone di individuare le forme di coinvolgimento dei privati per la valorizzazione dei beni culturali e, stando alle parole del presidente del consiglio, l’On. Letta, la delicatezza della questione, richiede un attento vaglio delle migliori soluzioni possibili. Attendiamo perciò fiduciosi.
Altra questione è invece il finanziamento di 4 Milioni di euro per il Museo della Shoah. Un monumento per ricordare un accadimento così brutale e così significativo della storia dell’umanità, è senza dubbio da encomiare. Ma perché due? Il comune di Roma sta spendendo 10 milioni di euro per lo stesso tipo di museo che lo Stato ha deciso di fare a Ferrara.
Mi sembra il solito vulnus italiano: anch’io voglio il mio campanile e che sia più bello del suo.
Il provvedimento sulla digitalizzazione dei beni culturali si inserisce nel quadro delle misure volute dall’UE per l’agenda digitale europea. In Italia, si tradurrà in un inventario online dei Beni Culturali?
Ovviamente ci auguriamo di no, anzi suggeriamo che si prendano in considerazione quello che altri paesi hanno fatto prima di noi, – a partire da quello inglese, di modo che per i beni culturali l’accessibilità e la fruibilità sia on line oltre che reale.
E poi, adesso che i Beni Culturali hanno avuto parte dell’attenzione che gli spetta, ci occupiamo per favore anche del turismo?